Barbera
Il vitigno Barbera è tra i più antichi le prime tracce corrispondono all’ uva Grissa citata già al 1313 da Pier De’ Crescenzi in un documento catastale a Chieri del 1514. Originario della zona di Nizza Monferrato suffragato dalla denominazione data dal Gallesio (1839) e dall’ abate di Milano (1839) di vitis vinifera montisferratensis.
Apice del germoglio espanso è di colore verde biancastro con qualche punta rosso carminio. La foglia adulta presenta un colore verde chiaro, a inizio primavera più scura e con sfumature rossastre già in maturazione.
Il grappolo ha una dimensione medio-grande, l’acino medio-grande, con buccia di colore blu intenso, sottile ma consistente.
Si adatta con facilità a climi siccitosi e ventosi, trova il migliore habitat in terreni collinari esposti a mezzogiorno, argillosi e calcarei, con fertilità medio-bassa, dove riesce a raggiungere il massimo contenuto in sostanze coloranti.
Il vino prodotto è di color rosso rubino con riflessi violacei, al naso esprime una gamma di profumi che va dal fiore rosso alla viola, ai frutti rossi come ciliegia, ribes mora, e marasca.
Croatina
Vitigno tipico oltre padano diffusosi poi successivamente nelle province di Vercelli e Novara, le prime notizie certe si hanno dalla metà del 900 (Demaria e Leardi, 1875) e in un secondo tempo dal Di Rovasenda nel suo saggio (1877), si pensa che la sua terra di origine sia la zona di Rovescala, in Oltrepò Pavese. Essendo un vitigno rustico ha soppiantato i vitigni locali più fini ed eleganti, ma anche più sensibili alle avversità di tipo biotico.
Apice del germoglio si presenta bianco con bordi sfumati rosa, espanso, cotonoso. La foglia adulta di grandezza media, con seni laterali superiori profondi a lira stretta, e seni laterali inferiori poco profondi a V stretta.
Grappolo grande, piramidale allungato, buccia spessa, consistente e coriacea, a forma sferoidale, acino medio-piccolo, a forma sferoidale, buccia pruinosa, spessa consistente e coriacea.
Predilige terreni profondi o moderatamente profondi, argillosi limosi o calcarei, essendo un vitigno tardivo offre un migliore risultato su pendii meglio esposti, sopporta al meglio le vendemmie in sovramaturazione.
Vinificato in purezza produce un vino di colore rosso-violaceo intenso, pieno ed armonico, con una giusta acidità.
Al naso risulta complesso con ottime note di fiori rossi e gradevoli frutti di sottobosco, e speziature.
Viene spesso tagliato con altri vitigni come Barbera e Uva rara, in cui la Croatina dona colore e struttura.
I risultati migliori si ottengono però vinificandola in purezza e può essere impiegata per una produzione di vini rossi rifermentati.
Uva Rara
L’Uva Rara è un vitigno autoctono del nord Italia, con radici storiche che risalgono a secoli fa, principalmente nelle regioni di Lombardia e Piemonte. È nota per la sua rarità e per la tradizione vinicola locale, sebbene non sia molto conosciuta a livello internazionale. Utilizzata soprattutto in assemblaggi con altre varietà, ha contribuito alla creazione di vini rossi distintivi che riflettono il terroir della regione. La sua storia è intrecciata con quella della viticoltura locale, mantenendo una presenza significativa nella tradizione vinicola italiana.
Presenta grappoli di dimensione media, a forma conica o piramidale, con acini medio-grandi e sferici. La buccia è sottile, di colore blu-nero, coperta da una leggera pruina. Le foglie sono di dimensione media, pentagonali e lobate, con margini leggermente ondulati. Il vitigno ha una buona resistenza alle malattie, anche se non particolarmente vigoroso. La maturazione dell’Uva Rara avviene in genere nella prima metà di ottobre.
Predilige climi temperati, tipici delle aree collinari del nord Italia, come Lombardia e Piemonte. Necessita di terreni ben drenati, ricchi di sostanze nutritive, preferibilmente calcarei o argillosi. È un vitigno di media vigoria e richiede una potatura accurata per bilanciare la produzione e la qualità del frutto. La sua maturazione è tardiva, avvenendo solitamente a inizio ottobre.
L’Uva Rara è utilizzata principalmente in assemblaggio con altre varietà, come la Croatina e il Nebbiolo, per produrre vini rossi di medio corpo. Contribuisce a donare morbidezza, delicatezza e un profilo aromatico fruttato ai blend, spesso usata in denominazioni come l’Oltrepò Pavese Bonarda e il Ghemme. I vini ottenuti dall’Uva Rara si caratterizzano per un colore rosso rubino brillante, con sentori di frutti rossi, in particolare ciliegia e lampone, e lievi note floreali. Al palato sono equilibrati, con tannini delicati e una buona bevibilità.
Pinot Nero
Il Pinot Nero è uno dei vitigni più antichi al mondo, con origini che risalgono a oltre 2.000 anni fa in Borgogna, Francia. Era coltivato già dai Romani e ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo della viticoltura francese. Nel Medioevo, il Pinot Nero divenne il vitigno principale dei vini della Borgogna, apprezzato da nobili e monarchi per la sua eleganza. Nel tempo, si è diffuso in altre regioni vinicole del mondo, diventando uno dei vitigni più prestigiosi, grazie alla sua capacità di esprimere le caratteristiche del terroir in cui viene coltivato.
Le caratteristiche ampelografiche del Pinot Nero includono grappoli piccoli e compatti, di forma cilindrica o conica. Gli acini sono di dimensioni ridotte, di forma sferica, con una buccia sottile e delicata, di colore blu-nero. Le foglie sono di dimensione media, tondeggianti, con tre o cinque lobi poco profondi. Il vitigno è sensibile alle malattie e alle variazioni climatiche, richiedendo una coltivazione attenta. La maturazione è precoce, rendendolo adatto a climi freschi.
Il Pinot Nero richiede climi freschi, preferibilmente temperati, con una buona escursione termica per sviluppare al meglio le sue qualità aromatiche. Predilige terreni calcarei o argillosi, ben drenati e ricchi di sostanza organica. È un vitigno delicato, sensibile alle malattie e agli stress ambientali, per cui necessita di cure costanti e potature precise per controllare la resa. La sua maturazione è precoce, richiedendo attenzione nella gestione della vendemmia.
Il Pinot Nero è apprezzato per la produzione di vini rossi eleganti e complessi, caratterizzati da un colore rosso rubino tenue. I vini hanno profumi raffinati di frutti rossi, come ciliegia e lampone, con sfumature floreali e speziate. Al palato, sono equilibrati, con tannini delicati e una piacevole acidità. Grazie alla sua versatilità, il Pinot Nero è utilizzato anche nella produzione di spumanti, come lo Champagne. È un vitigno che esprime al meglio le caratteristiche del terroir in cui viene coltivato, dando vita a vini molto diversi a seconda delle zone di produzione.
Chardonnay
Vino di origine Francese (Borgogna), prende il nome da un piccolo paese del Màconnais chiamato Chardonnay (Chardon = cardo).
Vitigno a frutto bianco tra i più diffusi in Francia, componente principale di alcuni dei più prestigiosi vini del mondo tra cui, lo Champagne, lo Chablis, il Corton-Charlemagne.
Apice del germoglio semiaperto, poco tomentoso, giallo bronzato.
Foglia adulta media orbicolare, lembo leggermente bolloso con profilo a gronda di colore verde medio.
Grappolo medio, piramidale, con un ala poco pronunciata, acino medio di colore giallo-dorato, buccia tenera di media consistenza.
Senza dubbio il vitigno internazionale più plastico in assoluto, in quanto fornisce ottimi livelli qualitativi con espressioni diverse sulla base delle caratteristiche del terroir. In terreni di origine morenica, sciolti e ciottolosi, produce sentori evoluti e gusti minerali.
La maturazione nelle zone più fresche pedo-climatiche ritarda leggermente il periodo di raccolta rendendo il prodotto più fine.
Vitigno impiegato per la produzione di vini bianchi fermi, freschi o da invecchiamento, sia per la spumantizzazione.
Raggiunge elevati livelli di maturazione mantenendo comunque ottimi livelli acidi, da giovane spiccate sono le note di frutti tropicali come banana e mela. Nei microclimi caldi tende a dare un prodotto strutturato da consumare a tutto pasto.
Moscato Bianco
Originario della Grecia, diffuso poi in tutto il bacino mediterraneo, appartenente alle uve Anathelicon moschaton dei Greci e Apiane dei Romani.
Il nome ricorda il profumo del muschio per l’aromaticità delle sue bacche, per questo definito dai francesi come musquè.
Apice del germoglio espanso, da poco di colore verde con bordo appena ramato, il grappolo è medio grande piramidale-cilindrico, l’acino medio o medio grande a forma sferoidale leggermente appiattito, buccia sottile, di colore giallo verdastro, poco pruinosa. Polpa a sapore spiccatamente dolce.
La produzione è buona e costante, i terreni più adatti sono di origine marmoso-calacarei, ma non eccessivamente argillosi ed umidi, tollera la siccità estiva, e preferisce i sistemi di allevamento non troppo espansi.
Il vino può a seconda dell’area di coltivazione e dal tipo di lavorazione risultare diverso, normalmente nelle regioni settentrionali si presta all’utilizzo di vini dolci, intensamente aromatici, e spesso frizzanti o spumanti, diversamente nelle regioni meridionali viene usato per la produzione di vini liquorosi.
I vini sono di colore giallo paglierino o dorato, il profumo è fragrante, dal sapore dolce, dall’ aroma caratteristico.
Riesling Italico
Non ci sono informazioni sull’ origine , probabilmente la sua provenienza è inserita nel centro Europa, tuttavia si conosce il suo arrivo in Italia alla fine del XVIII secolo.
Apice del germoglio espanso, di colore verde-biancastro, lanuginoso, con bordi giallo dorati, foglia adulta media, tribolata o interna, orbicolare.
Grappolo piccolo tozzo, cilindrico e compatto, acino medio-piccolo, sferoidale, buccia pruinosa consistente, di colore giallo dorato verdognolo, dal sapore semplice e dolce.
I terreni più idonei sono quelli a media fertilità, non particolarmente argillosi o calcarei, collinari o pedocollinare.
La produzione è media, a volte irregolare.
Impiegato sia per produzione di vini fermi che spumanti, dalla sua vinificazione si ottiene un vino giallo paglierino a sfumature verdi, a sentori fruttati e al naso floreali.